Gli esami prenatali da fare durante il periodo di gravidanza sono test eseguiti per verificare la salute della madre e del bambino. Aiutano a rilevare le condizioni che possono mettere a rischio il bambino per qualsiasi tipo di problema come ad esempio il parto prematuro. Gli esami consentono inoltre agli operatori sanitari di rilevare difetti alla nascita o anomalie cromosomiche.
Alcuni esami di gravidanza sono test di screening che possono solo rivelare l’eventualità di un problema. Altri sono test diagnostici che possono rilevare con precisione se un feto ha un problema specifico. A volte viene eseguito un test diagnostico dopo un test di screening.
Se il medico consiglia un eame, chiedi quali sono i rischi e i benefici. Gli studi prenatali danno tranquillità alla maggior parte dei genitori e li aiutano a prepararsi all’arrivo del bambino. In questo articolo ti illustro quali sono i principali esami da eseguire nel periodo prenatale.
Ecografia Ostetrica
L’ecografia ostetrica è una tecnica diagnostica che permette, con buona approssimazione, di rilevare il numero di feti e la loro vitalità, di controllarne l’accrescimento e la posizione, di accertare l’epoca della gravidanza, di escludere la presenza delle principali malformazioni.
L’ecografia è una tecnica basata su ultrasuoni (con frequenza superiore a quella percepibile dall’orecchio umano) che permette di esplorare la struttura interna del corpo; si tratta di un esame assolutamente innocuo per la mamma ed il bambino.
L’ecografia viene effettuata con una sonda che, posta sull’addome della madre, emette dei fasci di ultrasuoni; gli ultrasuoni arrivano fino al feto e in parte vengono riflessi e trasformati nelle immagini che si vedono sul monitor dell’apparecchio ecografico.
In genere, in una gravidanza fisiologica, in assenza di feti malformati, casi di malformazioni in famiglia, malattie ereditarie e infezioni in corso, vengono eseguiti tre esami ecografici di I livello, uno per ogni trimestre.
Con l’esame ecografico del 1° trimestre (effettuato tra la 10° e la 12° settimana) è possibile datare la gravidanza e valutare il relativo sviluppo fetale. Viene chiaramente valutato il numero di feti e la loro vitalità. L’ecografia del 2° trimestre (effettuata tra la 20° e la 22° settimana) è possibile escludere alcune della maggiori malformazioni; gli esami ecografici di routine permettono di individuare dal 30 al 70% delle malformazioni.
Con l’ecografia del 3° trimestre (effettuata tra la 32° e la 34° settimana) viene valutata la crescita del feto e vengono individuate delle possibili condizioni di crescita rallentata che sono a rischio di mortalità prenatale. In quest’epoca vengono anche valutate eventuali malformazioni fetali insorte tardivamente, viene valutata la quantità di liquido amniotico e viene definita la posizione del feto all’interno dell’utero.
Ecografia Transvaginale e Studio del Collo dell’Utero
Si tratta di un esame ecografico che viene condotto durane il periodo di gravidanza mediante una sonda inserita all’interno della vagina, con questo esame è possibile studiare le caratteristiche del collo dell’utero e valutare eventuali modificazioni correlate al rischio di un parto pretermine. Questo esame può essere effettuato a partire dalla 20° settimana di gestazione, tuttavia non si tratta di un esame di routine.
Amniocentesi
Tra gli esami da fare in gravidanza, l’amniocentesi è un esame che consiste nel prelievo di una piccola quantità di liquido amniotico per poter analizzare il corredo cromosomico delle cellule presenti nel liquido; in questo modo è quindi possibile identificare o escludere un’anomalia cromosomica. Questo esame viene effettuato tra la 15° e la 16° settimana di gravidanza. Non si tratta di un esame doloroso, ma essendo una tecnica invasiva, che quindi una probabilità (seppur minima) di danno per la madre o per il bambino, non viene effettuato di routine.
In genere questo esame viene consigliato a:
donne di età superiore ai 35 anni;
rischio di patologie indicato dall’ecografia del 2° trimestre, dalla translucenza nucleare o dal Tri-Test;
casi in famiglia di malattie cromosomiche;
precedente parto di un bambino affetto da malattia cromosomica.
Il risultato dell’amniocentesi è in genere disponibile dopo 2-3 settimane ed è considerato altamente attendibile, anche se non è possibile escludere completamente la possibilità di avere una diagnosi errata. Esiste inoltre la possibilità che l’esame non sia definitivo e richieda ulteriori accertamenti, come ad esempio la funicolocentesi.
Funicolocentesi
La funicolocentesi, o cordocentesi, è un esame da fare in gravidanza che consiste nel prelievo di sangue fatale attraverso il cordone ombelicale, e permette di analizzare il corredo cromosomico del feto attraverso l’analisi delle cellule contenute nel prelievo. Questo esame può essere effettuato dopo la 20° settimana di gravidanza, anche in questo caso si tratta di un esame invasivo e quindi non di routine, ma consigliato solo in alcuni casi. I risultati della funicolocentesi sono disponibili in genere dopo circa 3-4 giorni per la determinazione del cariotipo o dopo 3-4 settimane per l’analisi di infezioni fetali.
Non può essere esclusa la possibilità di avere un risultato non valido, ma comunque la funicolocentesi è considerato un esame di gravidanza molto accurato, anche più definitiva dell’amniocentesi e della villocentesi.
Villocentesi
La villocentesi consiste nel prelievo dei villi coriali, che viene effettuato con l’aspirazione di una piccola quantità di tessuto coriale; le cellule presenti nei villi coriali (che costituiscono la parte fetale della placenta) hanno infatti la stessa origine embriologica del feto.
Con questo esame è possibile analizzare il corredo cromosomico del feto ed identificare o escludere un’anomalia cromosomica. Il prelievo viene effettuato intorno alla 10°-11° settimana di gestazione, ma non si tratta di un esame di routine, poiché esiste una quota di rischio per il feto e per la madre non eliminabile, viene infatti consigliato sono in alcuni casi:
età della madre superiore ai 35 anni;
rischio di patologia identificato con la traslucenza nucleare o l’amniocentesi;
casi in famiglia di malattie cromosomiche;
precedente parto di un bambino affetto da malattia cromosomica.
Per gli esiti dell’esame sono necessarie circa due settimane, e sono considerati altamente attendibili, anche non è possibile escludere una rara errata diagnosi. Esistono inoltre dei casi in cui si rendono necessari ulteriori esami come l’amniocentesi e/o la funicolocentesi.
Flussimetria Doppler
La flussimetria Doppler è un esame da fare in gravidanza effettuato attraverso un apparecchio ecografico che consente di valutare il flusso ematico nel compartimento materno (arterie uterine) e fetale (arteria ombelicale, arteria cerebrale media, ecc.). Tale esame può essere effettuato nel 2° trimestre e in tal caso permette di stabilire il buon funzionamento della placenta. Nel 3° trimestre la flussimetria Doppler permette di valutare il benessere fetale. Non si tratta di un esame di routine, ma può essere consigliato in caso di una precedente gravidanza con ritardo di crescita o preclampsia.
Tri-Test
Il Tri-Test è un esame effettuato, durante il periodo di gravidanza, tramite un prelievo di sangue materno, che permette di dosare alcune sostanze prodotte dalla placenta o dal feto. I feti affetti da un’anomalia cromosomica hanno delle variazioni nella produzione di alcune sostanze, come l’HCG, l’estradiolo e l’alfafetotropina, rispetto ai feti normali. Il dosaggio di queste sostanze, insieme all’età della madre, permettono di stimare il rischio che il feto sia affetto; nel caso in cui da tale esame si rilevi un rischio di questo tipo è possibile effettuare l’amniocentesi.
Il Tri-Test viene in genere proposto alle donne di età inferiore ai 35 anni (anche se bisogna considerare che non è attendibile in caso di gravidanza gemellare o di diabete materno) e può essere effettuato dalle donne di età superiore ai 35 anni che non vogliono sottoporsi all’amniocentesi. Questo esame viene effettuato tra la 15° e la 17° settimana di gestazione, bisogna però ricordare che si tratta di un test di screening, che permette quindi di identificare un rischio di malattie cromosomiche, senza dare una “certezza”.
Translucenza Nucleare
Tra gli esami da fare in gravidanza troviamo la translucenza nucleare (detta anche ecografia genetica) è un esame non invasivo, effettuato, da un operatore qualificato, con un’ecografia del feto eseguita tra l’11° e la 13° settimana + 6 giorni di gestazione, che permette di diagnosticare eventuali malformazioni fetali. Misurando lo spessore della nuca del feto e visualizzando l’osso nasale si può stimare il rischio che il feto sia affetto da sindrome di Down (trisomia 21). Questo esame ha una sensibilità del 70%, che può salire anche al 90% se viene abbinato al Bi-Test.
Bi-Test
Il Bi-Test è un esame che viene effettuato con un semplice prelievo del sangue materno nel momento dell’ecografia genetica. Con questo esame vengono valutati i livelli di due ormoni della placenta (il free bete-hCG e il PAPP-A). Dalla combinazione delle informazioni della translucenza nucleare e del Bi-Test, insieme all’età materna, è possibile individuare feti a rischio di anomalie cromosomiche con un’accuratezza del 90%.
Esistono molti altri esami da fare in gravidanza, ti consigliamo sempre di consultare il tuo medico ginecologo per farti seguire passo passo.