L’allattamento al seno ha molti benefici sia per la mamma che per il bambino e dovrebbe essere incoraggiato, essendo l’opzione migliore per nutrire il bambino dalla nascita ad almeno al sesto mese di vita, sebbene possa durare fino a 2 anni o fino a quando la mamma lo ritiene opportuno.
Tuttavia, le mamme non nascono sapendo come allattare ed è comune che sorgano dubbi e problemi durante questa fase, quindi è importante che il pediatra chiarisca tutti i dubbi e sostenga la madre durante l’allattamento.
Allattamento con il latte materno
Il latte materno è da sempre riconosciuto come il miglior cibo per il neonato.
Contiene tutti i principi nutritivi di cui il bambino ha bisogno per crescere e e svilupparsi. Il latte materno contiene, in perfetto equilibrio, amminoacidi, proteine, vitamine (B6, B12, vitamina D), minerali (calcio, fosforo, zinco) e grassi, fondamentali per la crescita.
E’ un vero e proprio arsenale contro le malattie infettive e le allergie.
L’allattamento al seno e’ il modo migliore per essere in contatto fisico e psicologico con il vostro bambino, per creare con lui fin dai primi giorni un forte legame.
La quantità di latte prodotto e’ direttamente proporzionale alla frequenza delle poppate: in sostanza, piu’ il bimbo si attacca al seno, piu’ il latte aumenta.
Le posizioni durante l’allattamento
Mettetevi comode: le prime volte è più facile allattare stando sedute. Sedetevi sul letto, in una comoda poltrona o su una sedia a dondolo. Molto importanti i cuscini: metteteli dietro la schiena, sotto il gomito e sul grembo per sostenere il bambino; usate un poggiapiedi per sollevare le ginocchia. Dovete cercare di essere rilassate e senza un muscolo teso.
La posizione: il bambino va messo su un fianco, con tutto il corpo contro di voi. La testa poggiata nell’incavo del gomito e la schiena sostenuta dal vostro avambraccio. Potete tenere il suo sederino o la coscia con la mano. Secondo la posizione ideale nell’allattamento l’orecchio, la spalla e i fianchi del bambino dovrebbero trovarsi allineati.
La testa deve essere dritta, in linea con il corpo, non arcuata all’indietro o piegata di lato. Tenete il neonato all’altezza del vostro seno per evitare a voi di piegarvi in avanti per raggiungerlo e a lui di doversi allungare per arrivare al capezzolo; un cuscino sul vostro grembo vi aiuterà.
Offrite il seno al bambino: sorreggete il seno con la mano libera, mettendo sopra il pollice e sotto le altre dita. Pollice e indice dovrebbero formare una “C”. Accertatevi che le dita lascino libera l’areola.
Il bambino e l’allattamento
Il neonato ha un istinto naturale alla suzione. Quando si attacca al seno, incoraggiatelo accarezzandogli le guance. Se si addormenta durante la poppata, provate a sfiorargli delicatamente l’orecchio con un dito: il piu’ delle volte il bimbo riprende a succhiare.
E’ importante controllare che il bambino si attacchi bene al seno, prendendo in bocca almeno una buona parte dell’areola, non solo il capezzolo. Infatti i depositi lattei che devono essere compressi per far fuoriuscire il latte sono localizzati sotto l’areola. Le gengive del piccolo devono oltrepassare il capezzolo. Controllate che il capezzolo sia al centro della bocca e che si trovi sopra la lingua.
Se vi sembra che il bambino non succhi correttamente o sentite dolore mentre lo allattate, fermatevi un momento e poi ricominciate. Per interrompere la poppata mettete il dito in un angolo della sua bocca o premete sul seno. Non lasciatelo continuare a succhiare in scorretto: eviterete l’irritazione del capezzolo e che il bambino prenda cattive abitudini in seguito difficili da correggere.
Frequenza e durata della poppata: all’inizio allattare frequentemente, ogni due ore circa, è meglio per i capezzoli e stimola la produzione di latte. L’allattamento frequente può anche aiutare a prevenire nel neonato l’ittero.
La durata del poppata dovrebbe essere determinata dall’interesse e dal comportamento del bambino. Normalmente per i primi dieci minuti succhierà avidamente deglutendo spesso. Con la diminuzione del flusso di latte, si addormenterà o si distrarrà. Potete fermarvi per fargli fare il ruttino o cambiargli il pannolino. Poi fatelo ricominciare cambiando seno.
Il neonato, poppando ad entrambi i seni, stimolerà una maggiore produzione di latte e i seni non si riempiranno troppo.
Alternate i seni: per evitare che un seno sia più pieno dell’altro, ad ogni poppata cambiate il seno con cui iniziate.
Ad esempio, se ad una poppata cominciate dal seno destro e poi passate al sinistro, la poppata successiva avverrà nell’ordine inverso.
Alcune mamme si aiutano fissando una spilla sul reggiseno dal lato usato l’ultima volta, o spostando un anella da una mano all’altra. Se vi dimenticate, il vostro bambino e il seno pieno vi faranno sapere che avete dato la parte “sbagliata”.
Evitate di pesare il bambino prima e dopo la poppata.
La doppia pesata era una pratica molto in voga negli anni ’60, in coincidenza con l’ospedalizzazione dei parti. In realtà il bambino può assumere ad ogni poppata quantità diverse di latte, e il continuo controllo del peso non fa altro che aumentare lo stato di ansia della mamma che, sentendosi inadeguata, produrrà meno latte.
Un sistema molto semplice per verificare che il bambino si stia alimentando correttamente e’ controllare il ciclo del sonno. Se e’ regolare, si può star tranquilli: sta prendendo latte a sufficienza. Inoltre, se bagna sei o piu’ pannolini nelle 24 ore senza bere altri liquidi, significa che il latte che assume e’ sufficiente.
Possibili inconvenienti dell’allattamento: come risolverli
Capezzoli doloranti: il dolore ai capezzoli non ha niente a che fare con l’allattamento. Solo in pochissimi casi di dolore estremamente intenso, che può insorgere se il bambino ha poppato in modo sbagliato, può essere necessario interrompere temporaneamente l’allattamento. In questo caso la mamma può spremere manualmente il latte e darlo al bambino con un cucchiaino o un contagocce.
Pomate e creme non solo molto utili nel caso di capezzoli doloranti. Impediscono il passaggio di aria e sole necessari alla guarigione e possono peggiorare al situazione perché impediscono al bimbo di afferrare il capezzolo e l’areola correttamente. Da evitare i prodotti a base di antibiotici, steroidi, astringenti o soluzioni anestetiche : sono potenzialmente dannosi per voi e per il bambino.
Spesso la sensibilità del capezzolo, soprattutto nei primi giorni di allattamento, è dovuta allo screpolamento causato dalla costante umidità. La pelle si risana più rapidamente quando non viene medicata, ma tenuta asciutta ed esposta all’aria. Una buona cura è fornita dal latte stesso: spremetene qualche goccia a poppata terminata, massaggiate i capezzoli fino all’assorbimento e lasciateli asciugare all’aria. Potete anche trovare sollievo esponendo per qualche minuto i capezzoli alla luce del sole o asciugandoli velocemente con un asciugacapelli a bassa temperatura.
Evitate il più possibile i tessuti sintetici per i reggiseni o per i dischetti assorbenti: trattengono l’umidità e impediscono il passaggio dell’aria.
Per pulire i capezzoli: usate l’acqua evitando il sapone: può togliere gli olii protettivi e predisporre i capezzoli allo screpolamento. Attenzione anche a non applicare acqua di colonia, deodoranti o talco vicino ai capezzoli per evitare di irritare questa parte così delicata.
Ragadi: sono delle minuscole ferite sul capezzolo, dolorose quando il bimbo succhia. Per evitarle, attaccate bene il bambino. Le poppate devono essere brevi e frequenti, iniziando dal seno meno dolente. Il capezzolo va mantenuto il più asciutto possibile.
Ingorgo mammario: comune ad alcune donne il terzo o quarto giorno dopo il parto. Cercate di attaccare il bambino spesso, da entrambi i seni e il piu’ a lungo possibile. Sarà utile applicare sul seno impacchi caldi o compresse di garza imbevuta di camomilla per stimolare la fuoriuscita del latte, massaggiando il capezzolo. Quando il capezzolo è più morbido, potete estrarre un pò di latte, anche manualmente.
Mastite: e’ un’infezione da stafilococco con febbre alta, rossore, gonfiore e seno dolente. Le cure migliori sono il riposo e impacchi di argilla sul seno, che va possibilmente svuotato.
Le sostanze controindicate
Medicinali: anche se pochissimi farmaci sono stati riconosciuti dannosi per il neonato, è sempre consigliabile consultare il medico prima di assumerli. Quando vi prescrive un medicinale, informatelo sempre che state allattando e che desiderate continuare a farlo.
Se un farmaco presenta dei rischi per il bambino o se i suoi effetti sul poppante sono poco conosciuti, è possibile sostituirlo con un altro medicinale; o addirittura cambiare o rimandare la cura fino a quando il bambino sarà più grandicello.
L’aumento di studi sul rapporto tra farmaci e allattamento
offre una certa rassicurazione.
Pillola anticoncezionale: può influenzare la qualità e la quantità di latte; inoltre, non si conoscono ancora gli effetti degli ormoni sul neonato.
Spirale: se è trattata chimicamente può contenere alcuni degli stessi ormoni della pillola e non è consigliata alla mamma che allatta.
Radiazioni ionizzanti: usate in terapia e in diagnostica, sono controindicate e vanno quindi rimandate; il latte materno può subire modificazioni dannose per il bambino.
Fumo: può avere un effetto negativo sulla quantità di latte e sulla salute del bambino. Il fumo, infatti, abbassa i livelli di prolattina e interferisce con il riflesso di emissione. Le madri fumatrici hanno riscontrato che quando diminuiscono o smettono completamente, i loro bambini crescono meglio e sono più sani.
I rischi potenziali del fumo durante la gravidanza possono essere un incentivo a farvi smettere o a diminuire il numero delle sigarette, ma nonostante le buone intenzioni, potreste continuare anche dopo la nascita del bambino. Anche se, ovviamente, meno fumate meglio è, alcune madri comunque fumano e allattano senza problemi.
Se una mamma fuma meno di 20 sigarette al giorno, la quantità di nicotina nel latte non è abbastanza da causare problemi al neonato: la nicotina non è assorbita facilmente dall’apparato digerente del bambino e viene metabolizzata abbastanza in fretta.
Se fumate molto (più di 20-30 sigarette al giorno), i rischi aumentano: il latte può diminuire e in rare occasioni il bambino può avere nausea, vomito e diarrea. Alcuni esperti raccomandano in ogni caso di non fumare durante le poppate.
Anche il fumo passivo può essere dannoso: esiste una correlazione tra le abitudini di fumo dei genitori e l’incidenza di bronchite e polmonite nel primo anno di vita del bambino.
Se non riuscite a smettere, la soluzione più semplice è ridurre la quantità di sigarette, cercando di fumare in un’altra stanza, lontano dal bimbo, tenendo la finestra aperta. Meglio ancora sarebbe fumare solo all’aperto.
Alcool: i suoi effetti sul bambino sono direttamente proporzionali alla quantità ingerita dalla madre. Se si tratta di due bicchieri al giorno, il bambino sembra non riceverne alcun danno. Grandi quantità di alcool possono invece inibire l’afflusso del latte, a causa degli effetti imprevedibili che può avere sul sistema nervoso. L’allattamento in sé rilassa, e si allatta meglio se si è rilassate. Una madre ansiosa o nervosa può cercare di alleviare la tensione bevendo una tazza di tè o una tisana, ascoltando musica, stando sdraiata e, nei momenti difficili, facendosi massaggiare e abbracciare dal partner.
Stupefacenti: possono pregiudicare la quantità di latte e la vostra capacità di prendervi cura del bambino. E’ stato dimostrato che la marijuana, cosiddetta “droga leggera”, diminuisce i livelli di prolattina, l'”ormone della maternità”, particolarmente importante per assicurare un’adeguata quantità di latte. La sostanza chimica (THC) attiva della marijuana passa nel latte materno in piccole quantità; è meglio quindi evitare di esporre il bambino a potenziali rischi.